Wallace aveva scoperto un segreto. Lui sapeva. Aveva compreso come entrare nelle vite degli altri. Parole, intrecci, trame e scenari si aggregano a definire una sorta di incantesimo. I racconti di Wallace attraversano la vita per purificarla.
"Be', credo che non sia esattamente che la vita va raccontata anziché vissuta; è piuttosto che la vita è il suo racconto, e che in me non c'è niente che non sia o raccontato o raccontabile. Ma se è davvero così, allora che differenza c'è, perché vivere?"
(D.F. Wallace, La scopa del sistema, Einaudi, 2008, ebook)
E' come se la sua scrittura invadesse lo spazio d'ancora dell'anima ad intercettare un momento di quieta vulnerabilità. Non sei infastidito mentre accade, solo stupito. Ti attraversa, sta con te come sopra un divano troppo stretto per due persone e quando si alza per lasciarti più comodo, ti ha portato via qualcosa. Lo percepisci perchè, al momento, senti strani vuoti e poi stai meglio.
Wallace è un sollievo. Una sensibilità quasi senza pari, una sensibilità probabilmente senza limiti, corpo estraneo dell'esistenza per l'autore e, paradosso, disinvoltura e leggerezza per il lettore. In un solo atto forzato di raccolta della zavorra, Wallace lascia che le mongolfiere prendano il volo.
"Tento un applauso, tossicchio, lancio in aria il mio berretto, mimo un paio di prese, rendo insomma evidente la mia voglia d'essere invitato al gioco, ma vengo ignorato"
(D.F. Wallace, La scopa del sistema, Einaudi, 2008, ebook)
Il potere di Wallace è aerea magia. E' alto grado di illusione, disillusione poi, pace infine. Non accompagna nel regno della finzione poichè è nella pura realtà che risiede, laddove solo è possibile sentire davvero la vita.
"In lei Andy vede la possibilità di cambiare il passato. E' da una vita che Andy cerca di cambiare quello che non si può cambiare. E' un illuso."
(D.F. Wallace, La scopa del sistema, Einaudi, 2008, ebook)
Il grado di intensità con cui può misurarsi uno scrittore non equivale certo al livello della sua scrittura. Lo sfoggio del meglio che può essere scritto non sempre è accompagnato dall'intensità. Ecco, Wallace è uno scrittore di forte intensità.
Wallace rimane sempre, anche quando hai smesso di leggere perchè è probabilmente arrivato laddove non permettiamo a nessuno di accedere.
"Lenore guardò Lang strofinarsi l'occhio. Pensò alla nonna di Lang. Lang smise di strofinarsi l'occhio e la guardò. Lenore sentì nuovamente il bruciore alla gola. Si mise a piangere, un pochino. - Ehi, non volevo metterti tristezza, - disse Lang. Sorrise, teneramente. - Questa è una tristezza mia, non è una tristezza tua."
(D.F. Wallace, La scopa del sistema, Einaudi, 2008, ebook)