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L'istituzionalizzazione della sfera pubblica, nell'età moderna, si basò essenzialmente su due processi intrecciati inestricabilmente l'uno all'altro: la rivalutazione dello spazio privato e la nascita della sfera pubblica letteraria . La rivalutazione dello spazio privato, della famiglia intesa come sfera dell'intimo,  rappresentò la chiave di volta del sistema di vita della borghesia, sia perché fungeva da punto nevralgico attorno cui ruotava quotidianamente la vita ordinaria, sia perché, punto di riferimento dell'attività economica del capofamiglia, forniva le caratteristiche necessarie che permettevano di entrare e partecipare allo spazio pubblico . L'importanza della formazione di una sfera pubblica letteraria, invece, consistette nel fatto che preparò il terreno di quella politica anticipandone  caratteristiche e funzioni : un gruppo di privati raccolti in pubblico che discuteva, criticamente e nel confronto, sulla diversità. Queste esperienze private fecero leva sul pubblico uso della ragione e sulla crescita della "soggettività orientata all'ascolto" . E' profonda l'intuizione habermasiana che individua il passaggio nodale di sviluppo di una sfera pubblica democratica nell'educazione ad "ascoltarsi l'uno con l'altro" : solo abituandosi alla "comprensione", nel tentativo di impegnarsi a capire le intenzioni altrui  ( percezione dell'altro come potenziale fonte di conoscenza che può mettere in crisi, ma può anche aumentare le capacità individuali ) è possibile la collaborazione e l'elaborazione di una idea a garanzia della convivenza  nella diversità, un "terreno comune" su cui incontrarsi e scontrarsi a partire dalla certezza delle regole condivise .
Nella sfera dell'intimo dello spazio privato, la soggettività di ognuno crebbe "orientata all'ascolto",  orientata alla condivisione dei propri sentimenti con quelli degli altri membri della famiglia . Si dissolveva il limite della pura e semplice riproduzione materiale, ed il salotto letterario, come sfera dell'intimo allargata, si limitò a sostituire ai membri della cerchia familiare altri membri del gruppo di privati, formando una sfera "pubblica" il cui obiettivo era la divulgazione della critica letteraria . La cultura e la proprietà privata, i requisiti di ammissione al salotto letterario, non dovevano essere viste come limitazioni della sfera pubblica, ma piuttosto come semplici "ratificazioni legali" di una condizione sociale raggiunta economicamente nella sfera privata . Erano caratteristiche che definivano un "uomo", ovvero, una persona autonoma e pienamente competente ad entrare in un discorso critico secondo ragione riguardo l'interesse generale . Il borghese, proprietario di beni e persone, ed essere umano, che condivide i propri sentimenti con altri . Come la famiglia, idealizzato spazio non corrotto delle relazioni intime tra esseri umani, rappresentò il dominio dell'interiorità sugli obblighi dell'esistenza dandosi delle proprie regole contro ogni influenza esterna, anche la sfera pubblica letteraria sviluppò l'idea, spiccatamente moderna, di cultura come spazio autonomo :  soggetti diversi, orientati all'ascolto, discutevano su vari argomenti allo scopo di comunicare ed accrescere la propria cultura . Da questo bisogno di autonomia, dall'esigenza di "farsi spazio", discese forse il più grande contributo della sfera pubblica letteraria alla sfera politica : lo sviluppo di institutional bases (piattaforme istituzionali) . Proliferarono i luoghi di incontro dove i privati discutevano di affari e facevano circolare le informazioni, dibattevano sugli eventi e giudicavano l'amministrazione statale ; crebbe la tiratura dei giornali di opinione che rappresentavano a pieno il vorticoso moto impresso dall'illuminismo alla circolazione delle idee ; si articolò, come mai prima di allora, una trama di regole e di relazioni sociali costruita su alcuni punti nodali . Anzitutto i rapporti sociali, lontano dal presupporre l'uguaglianza di status, trascurarono del tutto la condizione  sociale : la  reciproca propensione ad accettare le leggi vigenti, ed al contempo a sospendersi dalla propria condizione, si basò sulla certezza che nel pubblico, proprio a partire da interessi di classe condivisi, fossero infruttuose le relazioni di ostilità : in politica, la nozione dell'interesse comune nella verità e nel giusto assicurava la "nervatura di sostegno" a supporto delle differenti condizioni sociali . In secondo luogo fu cruciale la convinzione che l'argomento razionale fosse il solo arbitro di ogni questione ; l'idea che la razionalità del migliore argomento e non  l'identità di chi parlava fosse decisiva, divenne una istituzione . Terzo, la discussione all'interno di una moltitudine di individui implicò anche la messa in questione di ambiti che fino ad allora non erano mai stati sfiorati, per cui, per esempio, fu aperto alla discussione ogni genere di argomento su cui le autorità della chiesa e dello stato avevano, fino ad allora, esercitato un monopolio virtuale di interpretazione . Il pubblico concentrava il dibattito su tutti gli affari di interesse comune, su ogni questione lo avesse chiamato direttamente o indirettamente in gioco . Quarto, il pubblico di privati emerse "parzialmente inclusivo", nel senso che chiunque (non avesse mancato dei requisiti della cultura e della proprietà), attraverso l'accesso ai prodotti culturali - libri, giornali, rappresentazioni - poteva avere almeno una potenziale influenza sul pubblico dibattito culturale .

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